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Immagine del redattoreSimona Pennisi

La felicità

In questo periodo, penso di più al concetto di felicità, sarà la vicinanza delle festività natalizie, sarà che ho acquistato il mio primo Kindle, che per una scrittrice e lettrice è il massimo della comodità.


Sarà che ci siamo ritrovati a fine novembre a fare l'albero di Natale pervasi da un calore e trascinati dalla felicità del ritorno a casa di Love. Io e Patata ci siamo trasformate in due bastoncini di zucchero alla vista di nostro marito sì, dice che è pure il suo.


Quella gioia incontrollata ci ha tenute con lo sguardo innamorato per due giorni di fila, sembravamo lobotomizzate dall'amore, che Grande Fratello (1984) di Orwell levati proprio.

Quindi ho pensato che lo studio scientifico che afferma che chi è più felice fa l'albero di Natale prima dell'Immacolata, sia vero. È davvero uno studio scientifico, non è leggenda metropolitana spicciola, come i coccodrilli nelle fogne di New York city.


Tutto questo dedotto solo dalla mia esperienza, figurati se c'è bisogno di un gruppo sperimentale e uno di controllo suvvia scienza devi essere più basic sull'argomento felicità.


Quello di cui mi sono accorta nei successivi giorni e che la mia gioia è mutata. Sono lo stesso felice ma con minore intensità, dimenticandomi a tratti, pure di esserlo. Il problema è che mi lascio trascinare dalle cose da fare, dalla routine.


Mi dimentico di essere felice, anche se lo sono sul serio, perché difatti se avessi chiesto a qualcuno di domandarmi: Chiedimi se sono felice? Sei felice? La mia risposta sarebbe stata: sì sono felice!

Ci devo pensare, mi ci devo soffermare su quello che ho nella vita, sul ricordo di aver fatto l'albero insieme, sui boccoli dorati di Patata, sulla barba di Love perdonatemi sono una barba-dipedente.


Così, sono arrivata alla conclusione che la felicità ha due strade differenti che a volte si intrecciano: c'è la felicità verso la vita, che è quella che salta fuori come un clown a molla dentro una scatola, ogni volta che mi soffermo a pensarci.


Poi c'è l'altro tipo di felicità, quella dei piccoli e fantastici attimi, frammenti di vita vissuta che si sedimentano nei nostri ricordi e che nell'immediato, ci sovrastano di un'intensa e profumata felicità.










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