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Immagine del redattoreSimona Pennisi

Sentirsi in ritardo

Allora vediamo cosa mi manca, nella mia lista di cose da fare con precisa età anagrafica accanto: finire l'università a venticinque anni, trovare un lavoro in meno di sei mesi, comprare una casa a trent'anni e possibilmente sposarmi, dopo tre anni di convivenza.


Mi pare ci sia tutto, credo di non avere dimenticato niente. Ah no, vero, il fidanzato. Però quello dove lo piglio, non vorrei che poi le mie coetanee già si trovino con il primo figlio, mentre io ancora esco con l'ultimo caso umano, neanche fossi una psicologa che li deve studiare tutti.


Mi sento talmente in ritardo che ho le sembianze del bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie, ma senza meraviglie e con in mano un orologio da taschino.

Ho paura di perdere tempo e di essere indietro rispetto agli altri, tra l'altro, non si sa mai chi siano quest'altri, dato che con qualsiasi persona io abbia parlato il timore è lo stesso.


Ma allora se io penso di essere in ritardo rispetto agli altri, e gli altri pensano di essere in ritardo rispetto ad altri, chi è che sta facendo le cose con i tempi giusti?


Forse qualcuno di sicuro ci sarà!


Tik tok, tik tok, scorrono le lancette e ho la percezione che tutti corrano verso il prossimo traguardo sociale. Non si può mica perdere tempo a riflettere su cosa ci piace e quale scelta faccia più al caso nostro.


No, no, sia mai che la nonna ci rimanga male perchè si sceglie di non sposarsi come fece lei.

Come se il matrimonio, l'avere figli, sia prescrivibile a tutti, e che tutti debbano trovare l'amore vero entro certi tempi.


Perchè l'amore non esiste a novant'anni? Va in pensione come il lavoro?


No perchè io voglio essere felice e innamorata, avere la libertà di scelta adesso, così come a novant'anni, senza vedere quello che fanno gli altri, senza aspettative degli altri. Quindi, forse, questo fogliettino non ha motivo di esistere, perchè io non devo fare, devo vivere.



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